Il Falso Condizionale
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E' l'unico caso in cui il latino utilizza il modo indicativo dove l'italiano preferisce il condizionale.
Il latino usa l'indicativo (il modo dell'oggettività) in espressioni che indicano possibilità, doverosità necessità, opportunità. In italiano occorre renderle con il condizionale.
ex. Imitari potius avi mores...debebas quam optimo viro male dicere = Avresti dovuti imitare i costumi del tuo antenato piuttosto che parlar male di un uomo eccellente.
Lo troviamo con:
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i verbi possum, debeo, volo, nolo, malo, licet, oportet
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con le espressioni necesse est e opus est (sarebbe necessario)
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con espressioni formate da aggettivo neutro o avverbio + verbo sum (tempus est = sarebbe il momento)
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con la coniugazione perifrastica passiva (laudandus est = dovrebbe essere lodato)
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con verbi che significano pensare, ritenere, credere (non putaveram = non avrei pensato)
Logicamente si spiega con il fatto che le circostanze di attuabilità in quel momento sussistevano realmente.
Proposizioni incidentali o parentetiche
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Si dicono incidentali o parentetiche quelle proposizioni che vengono inserite all'interno di un'altra proposizione senza che intrattengano con questa rapporti sintattici.
Possono essere:
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esclamazioni
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precisazioni (introdotte da enim, nam, id est)
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forme verbali isolate (inquit, ait, quaeso)
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proposizioni introdotte da avverbi (ut, sicut)
ex. Fortes non modo fortuna adiuvat, ut est in vetere proverbio, sed multo magis ratio = I forti non li aiuta solo la fortuna, come dice un antico proverbio, ma molto di più la ragione
Interrogative dirette disgiuntive
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Si dicono disgiuntive quelle interrogative formate da due membri, di cui il secondo è un'alternativa al primo.
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Il secondo membro è introdotto da an e può trovarsi in correlazione con utrum o -ne al primo membro.
ex. Haec vera an falsa sunt? = queste affermazioni sono vere o false?
ex. Pacemne huc fertis an arma? = Portate qui pace o guerra?
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Il secondo membro può essere rappresentato da an non o necne. In italiano si traduce con “o no?”
ex. sunt haec tua verba necne? = sono queste le tue parole o no?
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Se il secondo membro non si contrappone al primo abbiamo una interrogativa semplice. In tal caso i due membri saranno congiunti da aut o vel.
ex. Voluptas meliorem efficit aut laudabiliorem virum? = il paicere rende l'uomo migliore o più degno di lode?
Proposizioni interrogative dirette
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Ecco le loro caratteristiche principali:
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Possono essere introdotte da pronomi, aggettivi e avverbi interrogativi
ex. Quid enim expectas? Bellum? = Che cosa aspetti? La guerra?
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Possono essere introdotte da particelle specifiche:
a) -ne (enclitica) per le interrogative reali (pongono una vera domanda di cui non si conosce la risposta)
ex. Rectene interpretor sententiam tuam? Interpreto esattamente il tuo pensiero?
b) num e nonne per le interrogative retoriche (la risposta è ovvia ed implicita nella domanda)
- num presuppone una risposta negativa
ex. Num igitur me cogis etiam fabulis credere? = Vuoi dunque forse costringermi a credere anche alle favole?
- nonne presuppone una risposta positiva
ex. Nonne vides Albi ut male vivat filius =Non vedi forse come vive male il figlio di Albio
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Num si trova talvolta rafforzato in numne o numqui (forse che, in qualche modo?) numquid (forse che?)
ex. Numquid vis? = vuoi forse qualcosa?