Le Corporazioni

Nelle città medievali, mercanti e artigiani erano riuniti nelle arti o corporazioni, associazioni di persone che svolgevano tutte la stessa attività lavorativa: lanaioli, setaioli, armaioli, macellai, ecc. Ogni corporazione era contraddistinta da un proprio simbolo.
Nel comune fiorentino il sistema delle corporazioni ebbe il suo sviluppo più articolato e completo. Qui le arti si suddividevano in Arti maggiori, costituite dal cosiddetto « popolo grasso» e Arti minori, costituite dal «popolo minuto» e comprendenti tutti gli artigiani qualificati.
A Firenze l'arte più importante era quella della lana e, specialmente, quella di Calimala o «dei panni forestieri» preposta alla lavorazione delle stoffe di importazione straniera. Di solito, tutti gli artigiani che praticavano la stessa arte vivevano e avevano la loro bottega nella medesima via: basta pensare alle vie della città che ancora conservano i nomi delle corporazioni artigiane: Via dei Calzaiuoli, Via degli Orafi, Via dei Tintori, Via degli Speziali.

corporazioni

Esercizio. Ecco i simboli delle più diffuse corporazioni. Aggiungi tu i nomi mancanti scegliendoli tra i seguenti (se non ne conosci il significato, cercalo su un dizionario): chiavaioli, fabbri, maestri della pietra e del legname, beccai, vinattieri, corazzai.

simboli

I centri della città medievale

Nella città medievale per lo più c'erano tre piazze principali, destinate a scopi diversi: il centro religioso, quello politico e quello economico.

1. La prima piazza di solito era piuttosto piccola. Qui s'innalzavano la cattedrale e il campanile. In questa piazza si radunavano i fedeli quando si celebravano solennemente le feste in onore del patrono, con processioni e sacre rappresentazioni.

2. Più spaziosa era invece la piazza centrale, spesso definita proprio piazza grande: in età comunale ospitava l'assemblea dei cittadini. Qui si affacciavano le case più eleganti e il palazzo del comune, con la torre civica. La piazza era spesso abbellita da una fontana e da colonne che sostenevano il gonfalone e altri stendardi. In parecchie città, però, la piazza religiosa e quella politica coincidevano.

3. Su una terza piazza si svolgeva il mercato, perciò era dotata di un Ioggiato per le vendite al coperto e di fontane per lavare le merci. Qualche volta c'erano diversi mercati in più punti della città, secondo il tipo di prodotti: la frutta, gli ortaggi, il pesce, il bestiame. Le botteghe degli artigiani erano concentrate in alcune aree, secondo le corporazioni a cui essi appartenevano o secondo i beni lavorati.

La vita nel comune medievale

Durante la notte la città, chiusa dentro le mura, rimaneva paurosamente buia e silenziosa. Dall'alba al tramonto era invece piena di vita, di colori e di suoni. Le case erano spesso vivacemente tinteggiate di giallo, ocra, rosa o rosso eornate da vasi di fiori o di piante aromatiche collocati su davanzali e balconi. Gli artigiani esponevano i loro prodotti davanti alle botteghe: stoffe, pelli, vasellame, mobili, sistemati su bancarelle o per terra. Ogni venditore richiamava a gran voce i passanti, illustrando i pregi della propria merce. Le sue grida si mescolavano al rumore degli zoccoli dei cavalli, al battere del fabbro o dello Scalpellino, alle voci delle donne che si affacciavano a stendere la biancheria o semplicemente a chiacchierare.
I rapporti di vicinato erano infatti molto forti, sia perché ci si trovava di continuo a stretto contatto sia perché sovente in un quartiere andavano a vivere parenti, forestieri provenienti da una stessa zona o lavoratori della stessa categoria.
Per le strade circolavano anche molti animali. Non c'erano solo cavalli, asini e muli, usati per il trasporto, o cani e gatti, ai quali anche noi
siamo abituati. Ogni tanto passavano greggi di pecore o mandrie di mucche. Razzolavano liberamente gli animali da cortile e i maiali, che
facevano da «spazzini» sulle piazze dopo il mercato.
Tutti questi animali diffondevano odori poco gradevoli, che si mischiavano alla puzza proveniente dai canali di scolo e dai materiali usati nei
laboratori artigiani, come il cuoio conciato o la colla delle falegnamerie. Talvolta le autorità isolarono dall'abitato i laboratori inquinanti o
pericolosi: per esempio le tintorie e le concerie, che sporcavano sia l'aria sia l'acqua, o le Vetrerie e le fonderie, che potevano causare incendi.