Video Lezioni di Storia
Napoleone nell'arte: la rappresentazione del potere
- Dettagli
- Categoria principale: Storia
Esempio di ritratto eroico già di gusto romantico. Il movimento vorticoso del panneggio, lo slancio del cavallo in corsa sullo sfondo d'una natura grandiosa fissano il mito dell'azione fulminea e titanica di Napoleone, destinato a influenzare l'arte e la letteratura.
Inizialmente commissionato dal Re di Spagna, il dipinto mostra una idealizzazione dell'attraversamento delle Alpi compiuto da Bonaparte nel Maggio 1800. La commissione richiedeva un ritratto di Napoleone in uniforme da Primo Console, nello spirito dei ritratti di Lefevre, Appiani, Gros, Ingres, ma David scelse di introdurre l'elemento equestre. L'attraversamento in realtà fu compiuto con condizioni meteorologiche serene e Napoleone aveva viaggiato, accompagnato da una guida, su di un mulo: chiese invece espressamente a David di essere ritratto sereno, su un cavallo focoso.
L'autore preparò, contrariamente alla sua abitudine, numerosi studi e bozze, in quanto Bonaparte non volle posare per il ritratto, se non per 3 ore nel 1798, sostenendo che il ritratto dovesse somigliargli nel carattere e tramandarne le gesta, non le sembianze: sicchè l'autore si basò su un busto come guida.
La composizione pone il soggetto al centro di un cerchio ideale, e il pomo della spada al centro di quest'ultimo, mentre Napoleone e il cavallo sono ritratti costruendo una forma a Z che sottolinea la dinamicità della posa.
In primo piano, su di una roccia, sono incisi i nomi di Bonaparte, Annibale e Carlo Magno Imperatore, a richiamare gli altri due grandi personaggi storici che valicarono le Alpi.
Il gesto della mano che punta verso il cielo invece è onnipresente nelle opere di David (vedi Giuramento degli Orazi), e in questo caso sembra raffigurare la determinazione del soggetto a compiere la sua impresa con successo.
Su una altura dominante la pianura di Wagram, teatro della battaglia svoltasi dal 5 al 6 luglio 1809, si erge la figura di Napoleone, in perfetto equilibrio su un cavallo imbizzarrito. L’imperatore indossa l’uniforme di colonnello dei Cacciatori a cavallo con le insegne della Legion d’Onore e della Corona di Ferro. L’imponenza del gruppo cavaliere-cavallo, che si contrappone alle piccole figure dei soldati sullo sfondo, accentua il carattere eroico del personaggio, stratega carismatico che domina gli eventi. La natura celebrativa del dipinto, commemorativo di una delle ultime grandi vittorie di Napoleone, si ricollega probabilmente ad una committenza ufficiale.
Qui Ingres, allievo di David, affida il messaggio a un eccezionale rigore compositivo: sembra di guardare una divinità greca. I simboli del potere imperiale francese sono ben visibili: lo scettro di Carlo V nella mano destra e la mano di giustizia di Carlo Magno nella sinistra. La Legione d'Onore spicca al centro del collare sul petto: l'ordine è stato istituito da Napoleone nel 1802. Sui braccioli del trono compaiono le aquile, che perlaltro sono anche i simboli dei sovrani carolingi e del potere romano imperiale, mentre sulla veste spiccano le api franche (centinaia di api d'oro erano state trovate nel sepolcro di Childerico, fondatore della dinastia merovingia) che Napoleone ripropone come simbolo di industriosità. Napoleone non tocca terra con i piedi (come gli imperatori che l'hanno preceduto) e sembra ancora più sospeso, autorità eterna e immutabile (cosa che non fu). Sul tappeto si nota l'aquila imperiale.
E' un dipinto di Antoine-Jean Gros del 1804, nello stesso anno viene esposto per la prima volta nel salon di Parigi. Il quadro, di carattere celebrativo, si riferisce ad un avvenimento risalente alla campagna d'Egitto del 1799, quando Napoleone, indifferente al pericolo di contagio, visita il lazzaretto con i suoi soldati ammalati di peste.
Per l'intento moraleggiante appartiene in pieno alla cultura neoclassica. Ma nello stile si possono rintracciare anche elementi estranei al Neoclassicismo e che offriranno spunti per gli artisti romantici.
La scena si compone di due parti, corrispondenti:
- al primo piano, con la scena degli appestati;
- e al secondo piano con l'immagine eroica di Napoleone.
La scena del primo piano è molto drammatica, ricorda l'inferno dantesco e riprende il tema della peste, che si riferisce soprattutto al '600. I corpi sono rappresentati con una sensualità che riprende l'estetica barocca. In secondo piano, Napoleone visita i soldati francesi, si toglie la giacca, e con una mano tocca il costato di uno di loro. Questo gesto è molto enfatizzato, rappresentato con solennità. E' l'immagine di Napoleone come uomo coraggioso, ma anche con un alone mistico, pochè tocca e risana: viene utilizzata un'iconografia che appartiene al repertorio sacro e trasferisce nel gesto una concezione di "uomo salvatore". Gros utilizza anche un getto di luce che batte sul costato dell'uomo malato come in una scena miracolosa. La scenografia spettacolare, grandiosa del paesaggio dietro al gesto eroico ha la funzione di aumentare l'impatto emozionale. La cultura neoclassica e il legame con l'accademia si possono rintracciare nella struttura prospettica molto rigorosa, nel tono retorico, nella tendenza alla semplificazione delle forme. Ma accanto a questi elementi si accosta una componente quasi di evasione dalla realtà, rappresentata dall'architettura arabeggiante, che non è proprio rigorista, purista, ma appartiene a una tipologia esotica. Anche nei costumi orientali di alcuni personaggi si inserisce una componente di folclore.